Dieta solida morbida

In precedenza abbiamo parlato di disfagia per i liquidi, se te lo sei perso o se vorresti darci uno sguardo ulteriore puoi premere qui.


Molto frequentemente però la disfagia può riguardare le consistenze solide. A seconda del livello di gravità di disfagia, diviene pertanto necessario andare a
modificare le consistenze degli alimenti, al fine di renderne la deglutizione più sicura.


-> In questo articolo ci focalizzeremo sulla dieta solida morbida <-

1. Quali deficit potrebbe avere, un paziente, per necessitare di una dieta solida morbida?

Ecco alcuni esempi:

Prima di giungere alla diagnosi di disfagia è necessario percorrere alcuni passi. Le cose che a noi, qui, ci possono interessare sono del tutto generali e riguardano:

  • Screening della disfagia;
  • Scarsa chiusura labiale;
  • Forza linguale deficitaria;
  • Forza masticatoria deficitaria;
  • Edentulia (mancanza di denti) parziale e totale.

Tutto ciò può causare:

  • Residui orali: materiale che rimane in bocca dopo aver deglutito e rischia di essere aspirato nelle vie aeree.
  • Residui faringei: materiale che rimane in faringe dopo aver deglutito, mediante dei ristagni che rischiano poi di essere aspirati nelle vie respiratorie.

Una volta che la presenza di questi ristagni viene accertata mediante una valutazione clinica logopedica e/o un esame strumentale (FEES o VLS), risulta necessario modificare la dieta.

2. Come si può definire in modo quantitativo e oggettivo le caratteristiche che un alimento deve avere?


Esiste una classificazione internazionale, l’Iniziativa Internazionale per la Standardizzazione della Dieta in Disfagia (IDDSI), nata nel 2013 con l’obiettivo di raccogliere e descrivere le consistenze di alimenti modificati e liquidi addensati.

Tutte queste informazioni sono raccolte in un Documento disponibile gratuitamente on-line, puoi premere qui per aprire direttamente la pagina.

Questa classificazione è molto importante, in quanto definisce in modo standardizzato e pertanto oggettivo le caratteristiche che un alimento deve avere per poter essere deglutito.


Facciamo un esempio: ciò che per me può essere una “pastasciutta ben cotta” per qualcun altro può essere al dente.
Le attribuzioni culinarie possono essere estremamente soggettive.

-> La scala IDDSI ci aiuta a superare questo limite!

La dieta SOLIDA MORBIDA include i livelli IDDSI:
 5 “tritato fine umido”
 6 “tenero spezzettato”

Cosa SI può mangiare e cosa NON si può mangiare in una dieta solida morbida?

Ecco un esempio di menù, giusto per dare un’idea.

Come facciamo ad essere sicuri che la nostra pietanza sia sufficientemente cotta?

-> Qui ci torna in aiuto il documento IDDSI di cui abbiamo parlato nel punto 2.


Esiste infatti il test della pressione della forchetta: è sufficiente prendere una forchetta e con questa premere sull’alimento.

Prendiamo ad esempio un pezzetto di banana: se schiacciandola questa non torna al suo stato originale, allora vuol dire che va bene.

-> Quanta pressione è necessaria?

La pressione deve essere pari a 17 KiloPascal, paragonabile alla forza della lingua usata durante la deglutizione (Steele et al., 2014).
Si tratta della pressione necessaria a far apparire il “biancore” sull’unghia del pollice.

Se hai altri dubbi o domande specifiche, contatta il tuo specialista di riferimento!


Spero l’articolo ti sia piaciuto, ci vediamo nel prossimo,

Disfa e Mangia


Disfa e Mangia è il primo spazio digitale dedicato interamente ai pazienti disfagici, caregiver e familiari. Qui troverai informazioni utili, scientificamente verificate e dal linguaggio semplice e diretto: Disfa e Mangia sarà il tuo punto di riferimento nella vita di tutti i giorni.


Approfondimento.

DEGLUTIZIONE, PREMI QUI.

FASI DELLA DEGLUTIZIONE, PREMI QUI.

DISFAGIA IN PAROLE SEMPLICI, PREMI QUI.

DISFAGIA NELLE DIVERSE FASCE DI ETÀ, PREMI QUI.


Bibliografia.

Crediamo sia fondamentale darti solo informazioni scientificamente verificate: in Disfa e Mangia ci occupiamo di studiare gli articoli e le riviste scientifiche a tema disfagia e tradurle in un linguaggio semplice per te.

[1] Shindler O., Ruoppolo G., Shindler A., 2011, Deglutologia II Edizione. Torino: Omega Edizioni

[2] O’Neil K., Purdy M., Falk J., Gallo L. 1999 The dysphagia outcome and severity scale.. Dysphagia 14:139 145 (1999)

[3] www.iddsi.org

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