La somministrazione dei farmaci ad una persona disfagica non dovrebbe essere sottovalutata: possono infatti esserci difficoltà quali l’interferenza dei farmaci stessi nella dinamica deglutitoria già compromessa o la modalità con cui i farmaci vengono somministrati, provocando talvolta il mancato o ridotto assorbimento del principio attivo.
Può capitare che alcuni farmaci generino disturbi deglutitori anche in soggetti che di base non sono disfagici oppure che questi disturbi vadano ad aggiungersi ad una disfagia già presente, complicando lo stato del paziente.
Per quanto riguarda l’interferenza dei farmaci nella deglutizione, è utile ricordare che molti di essi influenzano il flusso salivare, la peristalsi esofagea e intestinale, lo stato cognitivo e lo stato psicomotorio, riducendo così anche l’efficacia dei meccanismi di protezione delle vie aeree (leggi qui).
Molti farmaci di uso comune (tra cui antistaminici e antidepressivi) possono indurre xerostomia, cioè assenza di salivazione, attraverso meccanismi anticolinergici; alcuni agenti farmacologici possono rilassare lo sfintere esofageo inferiore aumentando il reflusso; alcuni farmaci psicotropi possono incidere sulla risposta neuromuscolare o avere effetti extrapiramidali, compromettendo anche la muscolatura linguale.
Le complicanze esofagee (di cui abbiamo parlato qui) possono essere provocate nei soggetti giovani dagli antibiotici, mentre nei soggetti anziani dai FANS, dal cloruro di potassio (integratore abbinato ai diuretici) , dalla chinidina (farmaco antiaritmico) e dall’alendrolato (utilizzato per l’osteoporosi). A questo si aggiunge che, quando i farmaci possono essere assunti con del liquido, è importante la quantità di quest’ultimo, che non dovrebbe essere inferiore a 15 ml, e la posizione del paziente, che dovrebbe essere seduto (ne abbiamo parlato qui) in modo da agevolare il transito esofageo ed evitare che le polveri, restando in sospensione, vadano ad aderire alle pareti delle prime vie digestive.
Passiamo ora alla modalità di somministrazione: spesso si tende a sminuzzare il farmaco e a somministrarlo con acqua. Va sottolineato da subito che, anche se è possibile manipolare alcuni farmaci senza comprometterne la funzione, essi devono essere polverizzati e non sminuzzati. Inoltre, bisogna sapere che i farmaci polverizzati possono: portare ad un dosaggio scorretto (spesso sotto dosaggio); portare all’inattivazione del medicinale stesso; portare alla formazione di un bolo a consistenza mista (acqua e farmaco) difficoltosa da deglutire e con maggior rischio di inalazione.
E’ fondamentale seguire sempre la posologia (quantità e orari) prescritti dal medico di riferimento e bisogna sempre evitare di prendere iniziative personali riguardo ai farmaci, senza confrontarsi prima col clinico.
Come per l’assunzione del cibo, i farmaci somministrati sia per bocca sia tramite sonde devono seguire le stesse regole (le trovate qui) e vanno quindi assunti in posizione seduta; in caso di disfagia per i liquidi, poi, le compresse possono essere assunte con l’ausilio di cibi cremosi (acqua addensata, yogurt, purea di frutta…) facendo attenzione che questi non interferiscano con il farmaco stesso. In più è bene ricordare che confetti e capsule non vanno mai polverizzati, mentre possiamo polverizzare i farmaci che riportano la dicitura “compressa divisibile” e che spesso presentano sulla loro superficie la pre-divisione in 2 o 4 parti. Per polverizzare correttamente le compresse bisogna ricorrere a strumenti reperibili facilmente in commercio: fate attenzione a raccogliere con cura tutto il farmaco polverizzato e a pulire lo strumento dopo l’uso (per evitare contaminazioni tra farmaci differenti). Nei pazienti disfagici è importante ricordare che al giorno d’oggi molti farmaci sono disponibili in svariate preparazioni: sciroppi, gocce, iniezioni, bustine, supposte, ecc… e questo permette di scegliere la tipologia di farmaco più idonea in base alle difficoltà deglutitorie del singolo individuo.
Per chi utilizza la nutrizione enterale (sondino naso-gastrico o PEG) sono da preferire i farmaci in soluzione, in sciroppo, in bustina da sciogliere in acqua o in gocce per favorire il corretto assorbimento del principio attivo e per evitare che le polveri vadano ad ostruire le sonde stesse; i farmaci non vanno MAI aggiunti nella sacca della nutrizione, è sempre necessario interrompere l’erogazione della nutrizione enterale ed effettuare due lavaggi con 100 ml di acqua tiepida, prima e dopo la somministrazione del farmaco.
Articolo scritto da: Logopedista Marta Venturini (@marta_venturini_logo)
Spero l’articolo ti sia piaciuto, ci vediamo nel prossimo,
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