Reflusso

In gergo medico si chiama Malattia da Reflusso Gastrico Esofageo (MRGE o RGE) ed è la più frequente patologia del tratto gastroenterico superiore.

Comprende un ampio spettro clinico avente come denominatore comune la presenza di reflusso gastrico che provoca sintomi e/o complicanze fastidiose (Vakil, 2006; F.Pace, 2011).

Negli ultimi 25 anni è nettamente aumentata la prevalenza della MRGE e si è estesa anche ad aree geografiche in cui era significativamente inferiore (ad esempio in Asia); inoltre l’epidemia di obesità, osservabile soprattutto nelle aree più sviluppate economicamente, è legata attraverso elementi epidemiologici e fisiopatologici all’epidemia della MRGE.

La MRGE si divide in sindromi esofagee e sindromi extra-esofagee:

  • le prime vengono poi ulteriormente suddivise in sindromi con o senza danno mucosale.

    – Le sindromi con danno mucosale includono l’esofagite, la stenosi, l’ulcera,la metaplasia colonnare (o esofago di Barrett) e l’adenocarcinoma.
    – Nelle sindromi senza danno mucosale la patologia più diffusa è la NERD (Non erosive reflux disease – malattia da reflusso non erosiva); nell’80% dei casi la NERD progredisce in forme erosive, come l’esofagite di lieve o moderata entità, mentre i gradi maggiori di esofagite si presentano in pazienti con disturbi motori dell’esofago (sclerodermia), in pazienti psichiatrici o in pazienti molto anziani, defedati o affetti da poli-morbilità.
  • le seconde sono presenti in un terzo dei casi di MRGE e sono principalmente: asma, dolore toracico, tosse, disfonia e otiti ricorrenti.


La MRGE è provocata da diverse cause, che portano sempre ad uno squilibrio tra fisiologici fattori difensivi e fattori aggressivi.

I fattori difensivi sono: l’effetto chimico della saliva, la contiguità dello strato cellulare epiteliale, la capacità tampone degli ioni idrogeno refluiti, il turnover cellulare, la produzione di muco e bicarbonato, l’attività peristaltica esofagea, la competenza dello Sfintere Esofageo Inferiore ed il suo corretto accoppiamento con il diaframma ed un adeguato svuotamento gastrico.

I fattori aggressivi sono: l’acidità del materiale gastrico refluito, il suo volume, l’attività della pepsina, la contemporanea presenza di bile ed enzimi pancreatici.

Nella maggioranza dei casi l’acidità gastrica è nella norma, i problemi maggiori invece sono causati dal rilasciamento transitorio ed inappropriato dello sfintere esofageo inferiore che si ipotizza porti l’instaurarsi di un circolo vizioso (deficit dello sfintere inferiore > reflusso > flogosi > riduzione di peristalsi e tonicità dello stesso sfintere).

La diagnosi viene fatta su base clinica, ovvero osservando i sintomi tipici o extra-esofagei. Si ricorre ad indagini strumentali quali l’esofagogastroscopia, la ph-metria e la ph-impedenzometria solo in caso di sintomi d’allarme (calo ponderale, anemizzazione, anoressia o disfagia) e in pazienti con gastroscopia negativa in fase di valutazione preoperatoria.

Un’ulteriore possibilità diagnostica è il test della pompa protonica in cui si verifica il miglioramento dei sintomi dopo aver somministrato farmaci antisecretivi ad alto dosaggio.


Articolo scritto da: Logopedista Marta Venturini (@da_nora_in_poi


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